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La coltivazione

Le plumerie in realtà richiedono poche pratiche colturali ma alcuni suggerimenti possono essere utili per fare crescere bene le vostre piante. Innanzitutto è bene sapere che amano le posizioni soleggiate, che favoriscono un'abbondante fioritura: si consiglia in ogni caso di evitare l'esposizione diretta ai raggi solari nelle giornate estive più torride (o quanto meno di non farle mancare l'acqua per evitare di farle soffrire inutilmente); temono il freddo, quindi già nel tardo autunno-inizio dell'inverno vanno ricoverate in un ambiente protetto , che le preservi da eventuali gelate notturne, e dove la temperatura non scenda comunque sotto i 6-7 gradi; l'importante è che sia ben arieggiato e asciutto poiché la combinazione di basse temperature e elevata umidità risultano deleterie per le piante. La pianta in autunno e in inverno va in completo riposo vegetativo, quindi la si può ricoverare anche in luogo buio o ombreggiato, come un garage o una veranda chiusa. Per il terriccio esistono tante formule ed ognuno può prepararsi il proprio, ciò che è importante è che deve essere poroso, drenante e poter trattenere l’umidità necessaria di cui ha di bisogno la pianta, favorendo invece l'eliminazione dell'acqua in eccesso; in funzione del terriccio utilizzato, successivamente bisogna regolare le irrigazioni che dovranno essere regolari e abbondanti in estate (evitando gli eccessi), rade o nulle in inverno. E' buona norma, prima di innaffiare, verificare il grado di umettamento del terriccio: se questo risulta ben asciutto si può dare acqua altrimenti possiamo temporeggiare ancora un giorno. Nel tardo autunno, col diminuire delle temperature e della luminosità ed il conseguente rallentamento della vegetazione, le innaffiature andranno progressivamente diradate fino ad essere sospese del tutto e le piante poste in luogo riparato dalla pioggia, se non lo sono già, o all’interno nei climi meno favorevoli. In questo periodo la Plumeria non ha praticamente bisogno di cure e può essere quasi ‘dimenticata’. Quando le foglie cominciano ad ingiallire si può attendere che cadano da sole, oppure si può decidere di eliminarle manualmente. In questo caso è opportuno evitare di strappare le foglie ma è buona norma tagliarle lasciando circa 2-3 cm di picciolo attaccato alla pianta che successivamente cadrà da solo. In questo modo si evita di procurare ferite sul tronco della pianta e aprire possibili varchi a potenziali patogeni che possano procurare marciumi. E’ in questo periodo di stasi vegetativa, o meglio verso il suo finire, che vanno effettuate le operazioni di rinvaso e/o di rinnovo, anche parziale, del terriccio. Se si hanno problemi di spazio può essere utilizzato per molto tempo un vaso della stessa dimensione, togliendo delicatamente il terriccio in superficie e lateralmente, insieme con le radici più sottili, cosa che non reca gran danno dato che queste generalmente in inverno seccano; lo spazio lasciato libero sarà riempito con terriccio fresco. In primavera, dopo la ripresa vegetativa, quindi quando gli apici degli steli cominciano a diventare lucidi e le prime foglioline cominciano a differenziarsi, si può in cominciare a dare un po' di concime; è bene cominciare con un concime equilibrato nella sua composizione di macroelementi (es. 20-20-20) e in piccole quantità. Durante l'estate, o comunque durante tutta la fase in cui la pianta è in piena vegetazione, è opportuno utilizzare un concime con un elevato titolo di fosforo e potassio ed evitando o riducendo il più possibile l'apporto di concimi azotati. Già in autunno e per tutto l'inverno, quando le piante sono in riposo vegetativo l'apporto di concimi è inutile se non addirittura dannoso.

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