

Plumeria
Pomelia - Frangipani - Lelawadee
La moltiplicazione
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Il nome
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La specie
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Il fiore
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La coltivazione
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Altre notizie
La moltiplicazione può avvenire per via gamica (da seme) o per via agamica (da talea o da innesto). Per seme, in primavera, utilizzando i semi freschi prodotti dai fiori dell'anno precedente. Questi è opportuno metterli a mollo in acqua per una notte: quelli ancora vitali si rigonfieranno mentre gli altri possono essere buttati. Dopo di che devono essere posti in contenitori riempiti con un composto di sabbia e torba in parti uguali, avendo cura di piantarli l'ala membranacea rivolta verso l'alto senza che quest'ultima venga ricoperta. La composta va mantenuta leggermente umida, senza eccedere nelle annaffiature e preferibilmente in un ambiente ben soleggiato e dove la temperatura non scenda sotto i 18-20 gradi. La germinazione avviene in circa 2-3 settimane. Gli aspetti negativi delle piante prodotte da seme è che solitamente fioriscano dopo 2-4 o più anni dalla semina, e inoltre, difficilmente i fiori sono gli stessi di quelli della pianta madre. Per questo motivo invece la riproduzione da seme viene impiegata nella ricerca di nuovi ibridi e varietà. La moltiplicazione per talee viene fatta prelevando alla fine del periodo di dormienza (quindi all'inizio della primavera) una porzione di ramo apicale della lunghezza non inferiore ai 30-40 cm, praticando un tagli netto , meglio se in senso obliquo. Le talee cosi raccolte vanno fatte asciugare in luogo asciutto e caldo per almeno dieci giorni ( a seconda della varietà queste possono rimanere vitali anche per un anno) prima di essere interrate in un composto ricco di sabbia; anche in questo caso il terreno va mantenuto umido, senza però inzupparlo troppo, per evitare dannosi marciumi radicali delle nuove piantine. A differenza delle piante da seme, dalle talee invece, si ottengono esemplari identici alla pianta madre e anche fioriture molto più anticipate; a volte riescono a fiorire anche lo stesso anno. Un metodo di moltiplicazione è l'innesto, cioè l'inserzione su un portainnesto di una talea utilizzando principalmente il metodo dello "spacco a V". In questo modo è possibile creare delle piante che portano diverse varietà di plumerie in modo da avere piante con rami che portano fiori di colori diversi. In genere l'innesto è utilizzato per ovviare ad alcuni problemi intrinseci di alcune varietà. Ad esempio per quelle varietà che radicano con difficoltà o che sovente hanno problemi di marciume radicale. Altri metodi di moltiplicazione sono la margotta aerea.
Le malattie, i parassiti e i rimedi
Sostanzialmente la plumeria è una pianta molto rustica e resistente, ma nella nostra zona climatica i suoi peggiori nemici degni di importanza sono fondamentalmente i marciumi: radicale e apicale. Ciò è dovuto principalmente a fattori abiotici (in particolare quelli climatici) quali l'elevata umidità ambientale e del terriccio associata alle basse temperature. Questi marciumi, se non diagnosticati in tempo, possono portare anche alla morte della pianta. L'unico vero rimedio è la prevenzione: è opportuno quindi curare con attenzione il drenaggio del vaso (meglio se di coccio), e mantenere il terriccio poroso e drenante; nel periodo invernale, se possibile disporre le piante in ambienti asciutti, ben arieggiati e dove la temperatura non scende sotto i 10 gradi (soprattutto per quelle varietà più suscettibili). infine, se possibile, o è difficile creare le condizioni sopra citate, effettuare un trattamento con un fungicida ad ampio spettro. Nel caso ci si accorga del marciume in ritardo, quando questo è già in corso, e la pianta non sia stata in grado di compartimentalizzare il marciume, è necessario tagliare la parte marcia fino a dove il tronco non risulta pulito e successivamente trattare con un fungicida ad ampio spettro (questo se il marciume interessa la parte apicale della pianta). Nel caso di marciume radicale o basale tagliare anche in questo caso la parte marcia alla base fino a quando non si trova il legno pulito. Con la parte apicale sana è possibile recuperare delle talee con cui fare delle nuove piante. Altri parassiti che frequentemente colonizzano le plumerie nei nostri ambienti sono il ragnetto rosso (Tetranychus urticae), alcune forme di cocciniglie, la Mectalfa pruinosa , gli afidi e più raramente i tripidi. Il più temuto e diffuso è sicuramente il ragnetto rosso che si manifesta principalmente nei periodi più caldi e umidi. I sintomi iniziali sono l'argentatura sulla pagina superiore a partire dalla nervatura centrale delle foglie, che via via si diffonde su tutta la pagina fino ai margini e il conseguente ingiallimento della stessa. Ciò è dovuto al fatto che il ragnetto è dotato di uno stiletto boccale che utilizza per succhiare il contenuto delle cellule svuotandole completamente; i tessuti cosi depauperati della verde clorofilla tendono via via ad ingiallire. Il Tetranychus è difficile da vedere ad occhio nudo perchè le dimensioni delle femmine adulte sono inferiori al mezzo millimetro, esse producono un sottile strato di ragnatele sulla pagina superiore che è possibile notare guardando il profilo della pagina in controluce. Uno dei possibili metodi di lotta biologica prevedono l'utilizzo di un antagonista e predatore naturale che è il Phytoseielus persimilis, anch'esso appartenente alla famiglia degli acari che è in grado di distruggere in breve tempo grandi colonie. In alternativa è possibile ricorrere ai metodi di lotta tradizionale utilizzando degli appositi acaricidi che si trovano comunemente in commercio. Anche cocciniglie, afidi e Mectalfa pruinosa sono insetti con apparato boccale succhiatore che però, a differenza del ragnetto rosso, non attingono alle cellule superficiali, ma bensi suggono direttamente dai vasi linfatici della pianta. In questo modo tolgono nutrimento alla pianta per soddisfare il loro fabbisogno, ma poichè la linfa è per lo più costituita da zuccheri, la parte eccedente il loro fabbisogno viene espulsa formando sulle piante uno strato di melata appiccicoso. Questo diventa successivamente il substrato ideale per lo sviluppo di funghi patogeni e non. In questo caso si può intervenire in prevenzione evitando eccessi di concimazione azotate che favoriscono lo sviluppo di tessuti teneri e succulenti facilmente attaccabili dagli insetti, oppure con infestazioni in corso con i comuni insetticidi disponibili in commercio. Un metodo semplice può essere quello di trattare la pianta con una soluzione di acqua e sapone e successivamente lavare per bene la pianta.